Art Basel, la fiera al centro del sistema dell’arte globale, 291 gallerie tra business e ricerca

15 Giu 2017 Stampa

A Basilea va in scena la 48esima edizione di Art Basel, la fiera d’arte probabilmente più importante al mondo, che quest’anno presenta una selezione di 291 gallerie top, con in mostra opere di artisti che vanno dall’inizio del Novecento a oggi. Un micro mondo di addetti ai lavori che, soprattutto nelle giornate di preview vip, si ritrova in una sorta di grande rito collettivo, questa volta però – rispetto per esempio alla Biennale di Venezia, a cui per certi versi Art Basel non può fare a meno di somigliare – con un focus decisamente orientato al business e alla compravendita delle opere. E qui, mentre si sente la forza di artisti come Mike Kelley o Pipilotti Rist, Damien Hirst o Piero Manzoni, si percepisce anche, con la stessa intensità, che tutto è in vendita e che le migliaia di persone che affollano la fiera di Basilea nel primo giorno a inviti sono lì sostanzialmente per quello. Il tutto senza togliere valore all’aspetto culturale, che in molti stand resta centrale, anzi, il fatto che ogni opera si possa comprare rende, da molti punti di vista, ancora più affascinante il quadro complessivo.

Tra misure di sicurezza discrete, ma massicce e cocktail volanti, per citare solo un nome molto noto, nello stand di Gagosian, la sensazione è quella di essere esattamente al centro di qualcosa, la cui precisa descrizione e intensità, comunque, sono impossibili da definire con certezza, anche per via delle molte diverse sfumature che si incontrano di continuo, mentre si cammina per gli spazi, enormi, della fiera. E ancora una volta si capisce che in un luogo come Art Basel si viene principalmente per perdersi, per liberarsi dai dubbi e dalle incertezze che sono connaturate nell’idea stessa di arte contemporanea, in cambio dei quali non ci vengono fornite risposte – se non nella misura in cui una quotazione è comunque una risposta non banale – ma la possibilità di vivere dall’interno un movimento globale, dinamico, forse discutibile, ma decisamente affascinante. Per questo, una volta finito il giro tra gli stand, è imperdibile l’esperienza di “Unlimited”, la sezione curata da Gianni Jetzer nella quale trovano spazio 76 lavori di grandi dimensioni di alcuni dei più importanti nomi della scena internazionale, dal leggendario Chirs Burden, di cui è esposto un magnifico veicolo volante, agli statement di Jenny Holzer; dalle denunce di Barbara Kruger ai video di Doug Aitken, John Akomfrah e Ragnar Kjartansson; dagli ipnotici coyote di Michal Rovner alla prospettiva di Giulio Paolini. Info: https://www.artbasel.com/basel

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