Il talento di Basquiat: al MUDEC un ritratto di un grande artista

27 Ott 2016 Stampa

MIlano 27 ottobre  – Un artista oltre i graffiti, un pittore consapevole della storia – sua e dell’arte – e degli strumenti di cui disponeva. E’ questo uno dei possibili ritratti di Jean-Michel Basquiat che emergono dalla mostra dedicata al suo lavoro al MUDEC di Milano. Attraverso 140 opere, divise per luoghi e tempi, il visitatore può guardare da vicino la linea e la gestione dello spazio di Basquiat, che appaiono, comunque si giudichi il suo lavoro, di notevole importanza. A curarla, insieme a Jeffrey Deitch, anche Gianni Mercurio: “Quello che emerge innanzitutto – ci ha detto – è questo talento enorme dovuto a un istinto della pittura”. Un istinto che, però, complice anche l’indole curiosa di Basquiat, è stato sostenuto da una riflessione forte sul suo essere afroamericano, soprattutto in un mondo che lo applaudiva come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle.

“Rispetto a Picasso e ad altri artisti che si erano appropriati di un linguaggio primitivo, come diverse avanguardie – ha aggiunto Mercurio – ne denuncia un po’ l’insufficienza storica, nel senso che questi artisti avevano semplicemente recuperato delle forme, quindi una pura estetica, esteriorità, superficie”. L’attitudine di Basquiat, invece, è quella che lo porta a scavare più in profondità, usando la pittura per indagare in primo luogo se stesso in relazione alla società.  La mostra del MUDEC, organizzata dal Comune di Milano con 24 ORE Cultura, rimane aperta al pubblico fino al 26 febbraio 2017.

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