Shahzia Sikander, identità fluida al Maxxi di Roma

22 Giu 2016 Stampa

Roma 22 giugno – Pittura, calligrafia, miniatura, ma anche un sapiente uso delle tecniche espressive contemporanee e della video-art, con esiti di spettacolarita’ visionaria di grandissimo impatto: e’ la mostra dell’artista di origini pakistane (ma residente a New York) Shahzia Sikander, dal 22 giugno  al 23 ottobre negli spazi piu’ suggestivi del Maxxi. Per la prima volta in una istituzione pubblica italiana, la Sikander ha portato circa 30 opere tra video e qouache delle sue serie piu’ famose, una delle quali, ‘Ritratto d’artista’ (in quattro lavori) e’ stato donato al museo progettato da Zaha Hadid. Presentata oggi alla stampa, ‘Ectasy as Sublime, Heart as Vector’ riunisce i lavori piu’ significativi realizzati dal 2000 a oggi dall’artista, che di recente ha ottenuto un grande successo per le sue installazioni a Times Square. “Nata e cresciuta in Pakistan, poi trasferitasi a Berlino e quindi a New York, Shahzia Sikander e’ una cittadina del mondo”, ha detto la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri, sottolineando come nella sua arte sublime le piu’ antiche tradizioni orientali (sia espressive sia tematiche) convivano con il segno contemporaneo espresso nelle forme piu’ evolute. Tanto da riuscire a rappresentare in “forma fluida” quelle tematiche legate all’identita’, divenute invece negli ultimi decenni estremamente rigide.

“Il lavoro della Sikander – ha aggiunto il direttore del museo Hou Hanru, curatore (con Anne Palopoli) della personale – e’ uno scoppio di energia, immaginazione, creativita’. Il suo lavoro e’ spinto dalla curiosita’ verso cio’ che e’ successo in passato in patria e soprattutto per cio’ che succedera’ in futuro nel mondo”. Una trasformazione dell’esistenza, nei piu’ vari e profondi livelli di percezione, di una realta’ dominata da guerre e conflitti, scontri di religioni, “di cui l’artista ha toccato il cuore”. Basti pensare a ‘Parallax’ (2013), l’opera che apre il percorso espositivo. Si tratta di una video animazione lunga 20 metri e realizzata per la Biennale di Sharjah (Emirati Arabi Uniti), ripensata pero’ per gli spazi curvilinei e inclinati della Galleria 5 del Maxxi. Di straordinario impatto visivo, il lavoro e’ innovativo e cinematografico al tempo stesso, e, con la tecnica caratteristica di disegni fatti a mano e quindi digitalizzati per le animazioni, si ispira a un viaggio della Sikander negli Emirati Arabi. Con musiche originali di Du Yun e testi di poeti locali, l’opera, mescolando disegno organico e artificiale, affronta la storia del commercio marittimo nello stretto di Hormuz e in particolare la ricca storia del controllo imperiale.

Un immenso racconto epico e visionario, che trasporta lo spettatore in un ipnotico paesaggio di deserti, spazi astratti, simili a caverne, raffinerie, corsi d’acqua, mappe topografiche e piccoli sistemi costruiti con sagome nere, i ‘capelli delle gopi’, seguaci della divinita’ Krishna e soggetto tradizionale dei dipinti votivi della corte indu’. A ‘Parallax’ si affianca quindi una serie di video animazioni, ognuna delle quali sembra proporre un aspetto dell’opera principale in cui e’ ancora piu’ evidente la tecnica raffinata e sapiente della miniatura, appresa dall’artista durante i suoi studi. Seguono numerosi disegni e stampe, tra cui ‘Portrait of the artist’ composto da quattro disegni dell’artista e un testo scritto dallo scrittore drammaturgo Ayad Akhtar, Premio Pulitzer 2013, raffigurato come il profeta Maometto. La mostra si conclude davanti alla grande vetrata che guarda Roma, dove e’ allestita ‘The Six Singing Spheres’, una nuova serie di disegni ad inchiostro e foglia d’oro realizzata appositamente per la mostra, e una installazione site specific composta da una serie di disegni traslucidi, sovrapposti in modo da comporre una struttura scultorea. Info: www.fondazionemaxxi.it

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