A Bologna la mostra “Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice”. Dedicata a Roberto Longhi

26 Nov 2014 Stampa

Genus Bononiae Musei nella Città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio  di Bologna, sta realizzando una mostra dedicata alla scuola pittorica bolognese, da tenersi a Palazzo Fava dal 14 febbraio 2015.   L’esposizione,  curata  da Vittorio  Sgarbi,  si  propone  di  far  convergere  in  una  unica  sede
espositiva, Palazzo Fava, quanto di più significativo in campo artistico la città di Bologna ha  realizzato con i suoi artisti ed acquisito nel corso di oltre sette secoli. Una meditata selezione  di opere, da Cimabue a Morandi, consentirà di mettere in risalto la specificità che Bologna  presenta in ambito artistico e che la rende un centro tra i più importanti della storia dell’arte  italiana ed europea.  La  mostra  è  significativamente  dedicata  a  Roberto  Longhi,  come  il  suo  stesso  titolo  evidenzia  citando  quell’antologia  –  un  volume  di  1139  pagine  stampate  fitte  –  in  cui  Gianfranco  Contini  scelse  e  ordinò  alcuni  saggi  sulla  storia  della  pittura  italiana  scritti  da  questo ineguagliato studioso d’arte. Proprio  seguendo la ricerca di Longhi nella lettura delle  opere d’arte sarà possibile compiere una sorta viaggio, da Cimabue a Morandi, ripercorrendo  con lui “in grande compagnia” una storia delle forme intesa come evoluzione e segno della identità bolognese.

La mostra è anche un omaggio a Carlo Cesare Malvasia, e alla sua Felsina pittrice una delle  fonti  più  importanti  e  autorevoli  per  la  storia  della  conoscenza  della  pittura  bolognese  dal  Medioevo all’età barocca, pubblicata a Bologna nel 1678.  Il percorso espositivo sarà cadenzato sia da opere di proprietà della Fondazione Carisbo sia da  opere provenienti da musei della città e del territorio tra le quali, a titolo esemplificativo ed in  maniera non esaustiva è possibile fin da ora citare: Madonna di trono di Cimabue da Santa  Maria dei Servi, il San Domenico di Niccolò dell’Arca dal Museo di San Domenico, l’Estasi  di Santa Cecilia di Raffaello dalla Pinacoteca Nazionale, la grande tela di Ubaldo Gandolfi  con raffiguranti Diana ed Endimione dalle Collezioni Comunali d’Arte, i due ovali a tema  mitologico di Marco Antonio Franceschini dal Museo Davia Bargellini, opere di Morandi dal  MAMbo.

Alle opere custodite nei musei e nelle chiese di Bologna si accompagneranno quelle spesso di  pari importanza conservate in collezioni private, come il San Domenico di Niccolò dell’Arca  proveniente dalla Fondazione Cavallini Sgarbi o il Ratto d’Europa di Guido Cagnacci della  collezione Molinari Pradelli.  Il piano nobile di Palazzo Fava ospiterà, sotto gli affreschi dei Carracci, la sezione di opere  dalla fine del Duecento agli inizi del XVII secolo, mentre il secondo piano sarà riservato alle
opere d’arte dal Seicento all’inizio del Novecento. Una terza ed ultima sezione, al terzo piano  del palazzo, vedrà una selezione di opere contemporanee dal 1915 al 2015.

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