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La Spagna rende omaggio a Picasso con due grandi mostre

Madrid 14 febbraio –  A più di quarant’anni dalla morte due esposizioni a Madrid e Saragozza si immergono nell’universo creativo del genio andaluso: “Picasso en el taller”, proposta dalla Fundacion Mapfre nella Capitale fino al prossimo 12 maggio; e “Picasso: arte y arena”, che si potra’ visitare al Palazzo de Sastago di Saragozza (Aragona) fino al prossimo 4 maggio. Per Pablo Picasso (Malaga, 1881-Mougins, 1973) gli atelier erano “paesaggi interiori”, sancta sanctorum o laboratori in cui sperimentare le sue molteplici variazioni stilistiche e iconografiche. Ai suoi recinti sacri, in cui convergono la arte e vita privata, e’ dedicata l’esposizione organizzata dalla Fundacion Mapfre, che propone oltre 200 opere, fra le quali 60 dipinti, 60 disegni e incisioni, 20 fotografie e oltre una decina di tavolozze dell’artista di Malaga, con le quali quei lavori furono concepiti. Dalla Parigi della Seconda Guerra Mondiale alla felicità della baia di Cannes, un decennio dopo, Picasso ebbe quasi tanti taller come le sue vite vissute.

L’itinerario comincia con il celebre ‘Autoretrato con paleta’, del 1906 e si conclude con l’autoritratto ‘Hombre en el taburete’ del 1969, presentato un anno dopo al Palais des Papers di Avignone. Fra le due opere, nelle quali Picasso si autorappresenta come pittore che guarda fisso negli occhi del suo pubblico, trascorrono oltre 60 anni, nei quali l’artista lavora in diversi studi: Le Bateau-Lavoir, Boulevard de Clicy, Boulevard Raspail, La Boe’tie, Boisgeloup, La Californie e, infine, Mougins.

“Picasso: arte e arena”, l’esposizione allestita nelle sale di Palazzo di Sastago a Saragozza, offre invece una panoramica dell’opera grafica di Picasso, accompagnata da alcune delle due più celebri ceramiche in cui abbonda il tema taurino. In mostra opere fondamentali come la serie “La Tauromaquia o Arte de Torear di Pepe Hillo” e alcune delle fotografie che documentano il processo creativo. O, anche, la serie di litografie realizzate fra dicembre 1945 e gennaio 1946, in cui Picasso procede in una lenta e radicale semplificazione della figura del toro, a partire da una rappresentazione realista e tradizionale dell’animale, per spogliarlo a poco a poco di elementi, fino a tratteggiarne le linee essenziali. Ovviamente non mancano scene di corride piene di drammaticità  e movimento.