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Seravezza si conferma capitale della fotografia

SERAVEZZA. La nona edizione di Seravezza Fotografia, la prima con la direzione artistica di  Ivo Balderi e che si svolge in varie sedi a Seravezza (Lu), ha ottenuto anche quest’anno un grande successo e ormai si può considerare una delle rassegne più importanti a livello nazionale in grado di coniugare i grandi nomi della fotografia internazionale con il mondo amatoriale. Dal giorno della sua apertura lo scorso 28 gennaio, la manifestazione  ha visto la presenza di oltre 2000 visitatori  e una grande e interessata partecipazione agli incontri di cultura fotografica, i workshop e le letture portfolio.

Organizzata dalla Fondazione Terre Medicee, dall’assessorato alla cultura del Comune di Seravezza e il patrocinio della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche),  chiuderà i battenti il 9 aprile e le mostre saranno aperte al pubblico anche per Pasqua domenica 8 aprile ed eccezionalmente il giorno di Pasquetta. “Anche quest’anno Seravezza Fotografia ha incontrato il favore di pubblico e critica – ha detto Ettore Neri sindaco di Seravezza e presidente della Fondazione Terre Medicee – e questo è un dato incoraggiante in particolare in un momento come questo dove tutti gli investimenti anche culturali devono essere fatti all’insegna dell’oculatezza economica e con un ritorno ben quantificabile.  Questo successo è uno stimolo a fare ancora meglio lungo questo nuovo percorso che abbiamo intrapreso che ci offre garanzie e soddisfazioni”.

Il tema dell’edizione 2012 è stato il reportage e tra i protagonisti ci sono stati fotografi impegnati per raccontare in prima linea guerre e conflitti sociali ma anche la vita di tutti i giorni e i drammi che spesso si trovano vicino a noi.  Primo tra tutti il grande fotoreporter Romano Cagnoni con la mostra  “Upside down memories. Memorie sovvertite” esposta nelle sale del Palazzo Mediceo di Seravezza. Oltre 100 fotografie che ripercorrono 50 anni di guerre di cui Cagnoni è stato testimone, dal Biafra, al Vietnam, dalla ex Jugoslavia fino alla Cecenia, ma anche i suoi ultimi lavori, grandi fotografie a colori che denunciano il degrado ambientale in Versilia, sua terra d’origine dove è tornato a vivere dopo trent’anni passati a Londra, città dalla quale partiva per documentare conflitti internazionali per le più grandi riviste del mondo. Grande apprezzamento  anche per tutte le mostre collaterali che si sono susseguite presso le adiacenti Scuderie Granducali: quelle di Enrico Genovesi, sulla carcerazione femminile, Livio Senigalliesi con i suoi scatti sulle vittime delle guerre degli ultimi decenni e la dura condizione umana degli immigrati in Italia, Stefano Morelli, un giovane fotografo che ha presentato il suo lavoro sulla tragedia ferroviaria di Viareggio.

Infine l’antologica di Enrico Cei chiamato anche il “fotografo dei cavatori” dalle forti potenzialità di indagine nelle problematiche sociali e umanitarie. Da non dimenticare poi la mostra di Francesco Vignozzi alla birreria “La casa sul fiume” su Lampedusa e quella sul lavoro esposta al Museo del Lavoro nel Palazzo Mediceo con le foto di Gianni di Gaddo, Roberto Mari e Giuseppe Maiorana. Grande partecipazione anche ai tanti incontri di cultura fotografica, come quello organizzato il 22 febbraio all’Accademia di Belle Arti a Carrara con Livio Senigalliesi e trasmessa in diretta streaming sul portale web ufficiale della Toscana www.intoscana.it [1], ai workshop e le letture portfolio. . Informazioni www.seravezzafotografia.it [2],  Fondazione Terre Medicee tel.0584.757443.