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Ferrara dedica una mostra a Chardin

FERRARA. Palazzo dei Diamanti ospita fino al 30 gennaio la mostra ” Chardin. Il pittore del silenzio”; la prima in Italia dedicata a  Jean Baptiste Simèon Chardin ( Parigi, 2 novembre 1699- Parigi, 6 dicembre 1779). Chardin è stato uno dei principali pittori del Settecento ed ha esercitatato una forte influenza su artisti importanti a lui successivi come Cezanne, Matisse, Braque ed anche Morandi.  Ammirato da Denis Didierot ed anche da Vincent Van Gogh per la sua arte permeata dal realismo che lo portava tuttavia a raffigurare il quotidiano e la vita delle persone  immersi in atmosfere liriche e con una straordinaria resa della luce.  La mostra  ferrarese è curata da  Pierre Rosemberg e propone circa settanta opere provenienti dai principali musei. E’  organizzata da Ferrara Arte  in collaborazione con il Museo del Prado che in seguito la ospiterà.  

Chardin iniziò la sua formazione frequentando come apprendista lo studio del pittore Pierre Jaques Cazes. Ancor giovane partecipò al restauro degli affreschi del Primaticcio nella reggia di  Fontainebleau.  Da subito preferì l’osservazione diretta del vero scegliendo il genere della natura morta che all’epoca era considerato minore. Grazie alle sue  prime opere, tra cui un insegna da chirurgo con figuranti e Buffet del 1728, che si caratterizzavano per la novità della resa della luce, per i nuovi temi compositivi e per gli splendidi colori.  Raggiunse presto la notorietà  e venne ammesso all’Accademia Reale di Pittura e Scultura di Parigi. In quella istituzione ricoprì i ruoli più importanti. In questo periodo le sue composizioni raffiguravano oggetti di uso domestico o legati alle attività dei ceti sociali elevati come la musica o la caccia. Appartengono a questa fase  “Il cesto di prugne, bottiglie e bicchiere mezzi vuoti e due cetrioli” del 1728 , “La lepre morta con sacca per polvere da sparo e carniere” sempre del 1728 e “Paiolo di rame stagnato” del 1734  . A partire dal 1733 Chardin dipinge la figura umana con particolare delicatezza raffigurando giovani durante i loro momenti di svago come nel capolavoro “Le bolle di sapone”  del 1734,  realizzato in tre versioni tutte esposte in mostra. L’artista  raffigura anche personaggi più umili  come “Il garzone d’osteria” (1735) in cui si ispira a Caravaggio e alla tradizione seicentesca, “La sguattera” (1738) considerata un omaggio a Veemer, ” Il giovane disegnatore” (1737) e “La governante” (1739).  Chardin raggiunse  successo e notorietà nel 1737 con una esposizione al Salon che re Luigi XV apprezzo’ . Il pittore in seguito donò al re alcuni bellissimi dipinti e nel 1757  ricevè dal sovrano l’invito a dimorare e lavorare al Louvre con la conseguente possibilità di essere conosciuto dalla nobiltà e dall’alta borghesia europea e di ottenere molte commesse. A partire dalla fine degli anni Quaranta l’artista tornò a raffigurare nature morte  in modo nuovo rispetto ai periodi precedenti con un medodo minuzioso e pennellate intense che quasi scompongono i soggetti come nel celebre “Mazzo di fiori (1755)” o  “Il paniere di fragole di bosco”(1761) . Dal 1770 fu affetto da  problemi di salute e  alla vista. Continuò a dipingere a  pastello realizzando tuttavia capolavori come i  Ritratti di fanciulla e fanciullo del 1777 arrivati alla mostra da Ginevra. 

CHARDIN

Il pittore del silenzio

17 Ottobre 2010- 30 Gennaio 2011.


Ferrara, Palazzo dei Diamanti , Corso Ercole d’Este 21.

17 Ottobre 2010- 30 Gennaio 2011.

Orari: tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso dalle 9.00 alle 19.00, orario continuato. Aperto anche: 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio (la biglietteria chiude 30 minuti prima).
Biglietto d’ingresso: intero euro 10,00
Catalogo ” Chardin. Il pittore del silenzio” a cura di Pierre Rosenberg, saggi di Pierre Rosenberg, Renaud Temperini e Flavio Fergonzi . Ferrara Arte Editore.

Informazioni: tel. 0532.244949. www.palazzodiamanti.it [1]

C.M.

”Le bolle di sapone”  del 1734 [2]

”Le bolle di sapone” del 1734