Alla riscoperta dei reportage del fotografo Pino Settanni

29 Mar 2017 Stampa

Roma 29 marzo 2017  – Una mostra a Roma illumina un lato poco noto del fotografo Pino Settanni, scomparso sette anni fa. Popolare e amato dal pubblico e dall’attenzione critica soprattutto per la sua opera in studio: dagli splendidi ritratti dedicati al mondo del cinema e della cultura (un gioco ‘al nero’ e coloratissimo cui negli anni si sono prestati personaggi come Fellini, Mastroianni, Monicelli, Monica Vitti, Troisi, Robert Mitchum, Lina Wertmuller, Sergio Leone, Alberto Moravia, Enrico Baj e tanti altri) alle serie creative sui tarocchi e sui nudi. Un lavoro d’interni che lo ha spesso fatto considerare un fotografo d’arte sul crinale della pittura. Ora s’indaga un lato meno celebrato ma cruciale del suo lavoro: il reportage. La mostra “Pino Settanni. Viaggi nel quotidiano – Dal cinema alla realta’ 1966-2005”, organizzata presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale dal 28 marzo al 28 maggio 2017 da Istituto Luce-Cinecitta’, curata da Monique Settanni, Gabriele D’Autilia ed Enrico Menduni, e’ un percorso espositivo ricco di oltre 80 scatti, dal bianco e nero degli anni ’60 ai colori digitali del Duemila, che rivela un fotografo completo, organico e per certi versi inedito. Quelli di Viaggi nel quotidiano sono esterni sul mondo, foto di viaggio di un reporter libero ambientate in territori diversi, che per sintesi si possono definire “Sud del Mondo”.

La mostra ne abbraccia tre: il Mezzogiorno d’Italia, i Balcani e l’Afghanistan. E’ un piccolo-grande atlante visivo di luoghi spesso visitati dal fotogiornalismo e dai media, ma che in Settanni vivono di un’originalita’ di sguardo e taglio eccezionale, che in un arco temporale di un cinquantennio, dal 1966 al 2005, le fanno attualissime. Tali da farci vedere dei set noti come se li visitassimo per la prima volta. Con l’occhio del grande fotografo (e la tensione drammaturgica di un filmmaker) e l’etica del reporter, Settanni ci dona quell’osservazione. Le sue foto, di cinquanta o dieci anni fa, parlano all’oggi con intatta, visionaria bellezza. Ad accompagnare la Mostra del Teatro dei Dioscuri un catalogo edito dalla prestigiosa Contrasto, che correda il magnifico apparato iconografico con testi di approfondimento dello storico della fotografia Gabriele D’Autilia, di Enrico Menduni – tra i massimi studiosi italiani di mass media – del grande sociologo Domenico De Masi e con un ricordo di Monique Settanni, sodale di lavoro e di vita di Pino.

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