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Fotografia: gli scatti di Vivian Maier, la vita come in un acquario

Roma, 19 novembre – Se la vita scorre come in un acquario, Vivian Maier ne ha colto il flusso inquadrando nel proprio mirino tutti noi: un giovane che nutre i piccioni, due anziani su un bus, una bambina che piange, le mani di due ragazzi, seminascste, che si stringono l’un l’altra. La mostra degli scatti della fotografa bambinaia americana, che si è aperta a Milano il 20 novembre ( fino al 31 gennaio 2016), “ci consente di passeggiare insieme a lei per le strade di Chicago e New York, di un’America che chiede alla fotografia di testimoniare i cambiamenti di un paese giovane”, spiega Alessandra Mauro, curatrice della mostra (messa a punto da Forma per la Fotografia) insieme ad Anne Morin.

La scoperta del lavoro della Maier, nata nel 1926 e morta nel 2009, e’ ancora tutta da venire. Fu John Maloof, agente immobiliare e collezionista, a inciampare nel 2007 in una scatola nel corso di un’asta a Chicago. Riusci’ a scoprire chi era l’autrice di quelle foto straordinarie solo due anni dopo, quando la Maier era gia’ scomparsa. Ed e’ stato Maloof a farla conoscere al mondo attraverso un paziente lavoro di ricostruzione che, purtroppo, non risarcira’ la fotografa per le sofferenze subite in una vecchiaia conclusa nell’indigenza ma almeno le restituira’ quella dignita’ che per anni aveva cercato nel mirino di una Rolleiflex comprata all’inizio degli anni Cinquanta.

“L’acquario di Vivian -prosegue Mauro- e’ la strada. Man mano che il suo cammino nella fotografia procede, il suo sguardo si affina: e’ uno sguardo tipicamente americano”, che trovera’ una definizione nel termine ‘street photography”, quello dell’istantanea, lo ‘snapshot’ in cui la vita si riflette. “Il suo scatto -sottolinea Mauro- sembra nutrito da una forte solitudine che le consente di prendere distanza da coloro che entrano nel suo mirino”. Ed e’ uno sguardo diverso, ad esempio, da quello di Henri Cartier-Bresson, che “cerca l’immagine perfetta in quel teatro che per lui e’ la vita”.  A Milano saranno in mostra 120 fotografie realizzate in bianco e nero tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta insieme a immagini a colori scattate negli anni Settanta e filmati in super 8 che mostrano come Vivian si avvicinasse ai suoi soggetti. E’ una piccola porzione, ma significativa, di quel che promette di venir fuori se tra John Maloof e un erede spuntato improvvisamente verra’ trovato un accordo. Finora Maloof e’ riuscito ad archiviare 150.000 negativi e 3.000 stampe. Fonte AGI. Info: http://www.formafoto.it/home-page [1]