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Renoir tra tradizione e innovazione

ROMA. Il complesso del Vittoriano ospita fino al 29 giugno una mostra su Pierre Auguste Renoir, un artista che rappresenta allo stesso tempo la tradizione e l’innovazione nella pittura. Sono esposte circa 150 opere del pittore francese provenienti da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private che documenteranno il percorso umano ed artistico del grande maestro, evidenziando soprattutto il suo rapporto con l’Italia da sempre considerata dagli artisti luogo di massimo confronto con la classicità. L’arte di Raffaello e la pittura pompeiana rivelarono infatti a Renoir nuovi orizzonti compositivi che lo portarono ad accantonare le scene di vita parigina per concentrarsi sulla figura femminile, sull’armonia di linee sinuose e colori luminosi che esaltavano una bellezza serena, la compostezza e la monumentalità delle figure della mitologia classica. Renoir è stato uno dei massimi esponenti dell’impressionismo ed uno degli artisti più citati, e copiati, della storia dell’arte. I suoi dipinti sono notevoli soprattutto per la loro luce vibrante e il colore saturo, che riescono a mettere a fuoco persone riprese in situazioni intimistiche. Nel caratteristico stile impressionista, Renoir suggeriva i particolari di una scena con liberi e veloci tocchi di colore, in modo da far fondere le figure tra di loro e con lo sfondo.

Pierre Auguste Renoir naque nel 1841 a Limoges da una famiglia di artigiani. A tredici anni entrò come apprendista nell’atelier parigino dei fratelli Levy, decoratori di porcellana dove rimane fino al 1858. Nel 1862 si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts, dove fa amicizia con Monet, Sisley e Bazille. Nei dintorni di Fointanebleau, Renoir comincia a sperimentare la pittura all’aria aperta e a dedicarsi allo studio del paesaggio. In questo periodo il Diaz de la Pena lo invita a schiarire la tavolozza dei colori. Le sue prime opere eseguite dopo il rientro a Parigi furono influenzate dal pittore realista Gustave Courbet. Renoir guardò soprattutto alla vita borghese parigina abolendo i contorni delle forme, i grigi chiaroscuri approfondendo gli effetti della luce.  Nel 1874 partecipò alla prima mostra impressionista con uno dei suoi capolavori “il palco”. Renoir nel 1881 parte per alcuni viaggi in cerca di stimoli, in Africa del Nord ma avendo una delusione va in Italia, dove studia con particolare interesse la pittura rinascimentale e gli antichi affreschi di Pompei. I maestri del Rinascimento Italiano lo entusiasmano creando in lui una certa svolta nella sua ricerca pittoresca. Iniziò così il periodo definito “inresco” o “agro” (1883-1890) in cui la sua pittura si fece sempre più liscia, ed esatta con una linea che definisce le forme. Alla fine del secolo Renoir è colpito da una grave forma reumatica che lo costringe in pochi anni sulla sedia a rotelle. Nonostante la malattia, continua a dipingere e ai nudi femminili, in cui è evidente l’influenza del colorismo di Tiziano e Pieter Paul Rubens. Dal1900 trascorre lunghi periodi in Costa Azzurra e, nel 1903, si stabilisce a Cagnes-sur-Mer. Soggetto esclusivo delle sue ultime opere sono nudi femminili , dipinti con una pennellata morbida e fluida che armonizza perfettamente figure e paesaggio. Renoir muore nel 1919 a Cagnes-sur Mer.

PIERRE AUGUSTE RENOIR “TRADIZIONE E INNOVAZIONE”.

Roma, Complesso del Vittoriano, Via Di San Pietro In Carcere.

Fino al 29 Giugno 2008.

Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 -19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30 . Costo del biglietto: euro 10,00 intero; euro 7,50 ridotto 
Informazioni : tel. 06/6780664.

C.M.